Bella coincidenza, per promuovere gli spostamenti bici + treno

Bella coincidenza, al via la campagna regionale per promuovere gli spostamenti  bici + treno

Con l’occasione la tradizionale asta di biciclette si trasforma in un contest creativo online

FIAB Bologna / Monte Sole Bike Group e L’Altra Babele lanciano sul territorio regionale Bella Coincidenza, una campagna sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna per diffondere l’intermodalità “bici + treno”, ovvero l’uso combinato di bicicletta e treno per tragitti brevi e lunghi.

Usare insieme bicicletta e treno è infatti un ottimo modo per tutelare l’ambiente e ridurre lo stress. Per diffondere il “bici + treno” è fondamentale che le soluzioni siano conosciute da tutte e tutti. Nasce così la campagna Bella coincidenza che da oggi a fine anno diffonderà non solo informazioni pratiche ma anche testimonianze e dubbi su questa modalità di spostamento, cresciuta in regione anche in questi ultimi mesi.

Poiché è pensata per diffondere le informazioni ufficiali, ma anche per dare spazio al punto di vista di chi viaggia (sia a chi ha già portato la bicicletta sul treno che a chi non lo ha mai fatto) chiunque può contribuire inviando a bellacoincidenza@laltrababele.it una fotografia e un breve messaggio che rispondano a una di queste domande:

  • In che modo il “bici + treno” ti cambia la vita?
  • Come miglioreresti le soluzioni disponibili?
  • Quali sono i tuoi dubbi? Cosa ti spaventa?

La foto può ritrarre un cartello, un dettaglio, un oggetto esemplificativo, un momento divertente dell’ultima volta che si è portata la bici sul treno.

Gli hashtag da usare per condividere il tutto su Facebook e Instagram sono #bellacoincidenza e #andràtuttinbici.

 

L’asta di biciclette si trasforma in un contest creativo online

Proprio perché c’è bisogno di maggiore consapevolezza e soluzioni accessibili al fine di non lasciare indietro nessuno, la tradizionale asta di biciclette organizzata da L’Altra Babele, cambia pelle ma continua a mantenere il suo obiettivo: recuperare e riparare bici e rimetterle a disposizione ad un prezzo contenuto. Un centinaio di biciclette recuperate saranno messe all’asta online a prezzo calmierato (dai 40 ai 70 euro) tramite un contest creativo.

Da giovedì 10 a domenica 20 settembre studenti e lavoratori che si muovono nel territorio regionale potranno collegarsi al sito di L’Altra Babele e raccontare punti di vista e dubbi sull’intermodalità bici + treno, ma, attenzione, a fare la differenza e ad essere premiata sarà la creatività dei materiali inviati.

Le bici assegnate saranno rese pubbliche martedì 22 settembre nel corso di un evento on-line e consegnate giovedì 24 settembre a Ferrara e Ravenna, e venerdì 25 settembre a Modena e Reggio Emilia, e nei giorni successivi a Bologna.

L’iniziativa si inserisce nelle iniziative della Settimana Europea della Mobilità

Anche Carpi aderisce al “Giretto d’Italia”

Il 17 settembre anche Carpi aderisce al “Giretto d’Italia”

Il “Giretto d’Italia 2020” è una delle iniziative programmate per la Settimana Europea della Mobilità di settembre. Fiab Modena, su richiesta del Comune di Carpi ha dato la propria disponibilità a collaborare al Giretto d’Italia 2020 organizzato da Legambiente e VeloLove in collaborazione con Euromobility.

Si tratta di una gara tesa a promuovere gli spostamenti casa-lavoro e/o casa-scuola effettuata in bici o con l’utilizzo di altri mezzi di micromobilità elettrica (monopattini elettrici, monowheel, E-bike, motorini elettrici, hoverboard, segway).

Per partecipare basta recarsi al lavoro o a scuola utilizzando uno dei mezzi sopra indicati, passando in uno dei check point previsti in tutte le città d’Italia che hanno aderito al Giretto.

A Carpi sono previsti 4 check-point in cui rilevare i passaggi e sono:
1 – Corso Fanti
2 – Via Cavallotti
3 – Via Nuova Ponente
4 – Via San Giacomo

I punti 1 e 4 sono presidiati da Legambiente, il 2 e 3 da Fiab

BICIBUS a Nonantola: Tutti a scuola in Bicicletta

BICIBUS a Nonantola – Tutti a scuola in Bicicletta

Venerdì 18 settembre 2020

Nell’ambito della settimana europea della mobilità sostenibile (16 – 22 settembre 2020), Legambiente Nonantola organizza questa giornata per andare tutti a scuola in bicicletta. Dalle frazioni partiranno dei gruppi di bimbi organizzati da volontari e da genitori. E’ previsto anche il rientro a casa in bici al termine delle lezioni.

Punti di partenza per tutte le scuole

  • Rubbiara – Chiesa – Ore 7.30
  • Redù – Chiesa – Ore 7.30
  • Bagazzano – Forno – Ore 7.30
  • Via Larga – Scuola Infanzia Ore 7.30
  • Campazzo – Parco di Via dei Frassini – Ore 7.30
  • Casette (e La Grande) – Bar a incrocio di Via Cantone – Ore 7.30

Rientro organizzato secondo i diversi orari di uscita. Si invitano tutti i genitori – nonni – zii a partecipare. Iniziativa coperta da assicurazione

Per informazioni e iscrizioni (entro mercoledi 16 settembre) – telefono (anche whatsapp o sms)

33513339639 (Giampaolo)

3488994590 (Barbara)

mail bicibus.nonantola@gmail.com 

Habemus Bonus Bici!

Sabato 5 settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo per il rimborso destinato alla mobilità. La piattaforma online, per richiedere il buono, sarà accessibile entro il 4 novembre 2020, giorno nel quale partiranno i rimborsi. Una buona notizia è che i fondi stanziati sono passati da 120 a 210 milioni di euro.

Ricapitolando: il bonus è destinato ai maggiorenni che abitano nei capoluoghi di Regione e in quelli di Provincia, nelle città metropolitane, quindi in Comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti. Il buono mobilità garantisce uno sconto del 60% del prezzo sull’acquisto di biciclette, monopattini, hoverboard, segway e monowheel.

Non si possono ricevere più di 500 euro, sconto applicato su acquisti effettuati dal 4 maggio del 2020 al 31 dicembre 2020. Si procederà in ordine di richieste sino ad esaurimento dei fondi. La domanda per il bonus bici si potrà presentare sull’applicazione web o direttamente sul sito del Ministero dell’Ambiente. Sarà necessario utilizzare lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale) per la registrazione. Verrà chiesto di inserire una fattura o altro documenti fiscali relativi all’acquisto effettuato.

Sul sito potranno iscriversi anche i fornitori di biciclette o altri mezzi, inserendo i dati richiesti come Partita Iva e Codice Ateco dell’attività.

L’accredito del buono mobilità avverrà sul conto corrente associato all’Iban, inserito al momento della registrazione sulla piattaforma online, tempo per l’erogazione 10-15 giorni.

Corsie ciclabili, benvenute!

Il Decreto Rilancio definisce la “Corsia Ciclabile” come “parte della ordinaria corsia veicolare posta a destra, delimitata mediante striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, che permette la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede.”

Insomma, una sezione di carreggiata destinata al transito ciclistico, ma valicabile occasionalmente dalle auto, per parcheggiare ad esempio. Essendo su sede stradale e delimitate solo da due strisce bianche discontinue possono essere realizzate in tempi rapidi, e servono a ricordare agli automobilisti che sulla carreggiata non sono da soli ma ci sono anche le biciclette, ed ai ciclisti di stare sulla destra e di andare nello stesso senso di marcia delle automobili.

Hanno dato ottima prova nei paesi europei in cui sono state adottate da tempo, ed in condizioni di limitazione della velocità veicolare sono considerate ancora più sicure delle piste ciclabili perché rendono i ciclisti sempre visibili a chi guida.

A chi obietta che uscendo dai parcheggi si rischia di “imballare” un ciclista, ricordiamo che anche adesso i ciclisti dovrebbero comunque occupare la stessa posizione a destra e che, corsia o no, per il CdS gli automobilisti in manovra devono comunque dare la precedenza a chiunque sopraggiunga. A maggior ragione adesso che vanno ad impegnare una corsia ciclabile.

Cosa ci sarebbe di tanto pericoloso di ciclisti che finalmente usano la destra della strada nella stessa direzione di marcia delle auto? Non è quello che ci hanno sempre chiesto di fare?

BONUS BICI: a che punto siamo?

Col via libera del 6 agosto, come annunciato dal Ministro dell’Ambiente Costa, si sarebbe potuto nei giorni di Ferragosto, appena trascorsi, scaricare l’app del Minambiente  per richiedere il Bonus Bici: fino al 60% del valore di acquisto e per un massimo di 500 euro, se in possesso di SPID e fattura di acquisto o “scontrino parlante”, con indicato il Codice Fiscale dell’acquirente/avente diritto all’incentivo”. Ebbene dell’applicazione non c’è traccia.

Da indiscrezioni sembra che l’erogazione del bonus biciclette non avverrà più con una apposita app, ma attraverso la compilazione di un modulo che, probabilmente, sarà disponibile online a partire dalla prima settimana di settembre. Il rimborso dovrebbe avvenire attraverso un bonifico sul conto corrente entro quindici giorni dalla domanda, sull’IBAN che dovrà essere riportato sul modulo; dovranno essere anche indicati i dati riportati sulla fattura o scontrino parlante che provino l’acquisto di una bicicletta (a pedalata muscolare o assistita) o monopattini, hoverboard, segway, o ancora servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture, avvenuto dal 4 maggio di quest’anno in poi.

Non è chiaro se la stessa modalità sarà valida per chi volesse, invece, acquistare uno dei mezzi, o servizi, per i quali è previsto il bonus, successivamente all’uscita della modulistica, dato che dovrebbe essere rilasciato una sorta di “buono” spendibile presso negozi convenzionati; su questo vi aggiorneremo.

Per ora sappiamo che il Ministro Costa ha ribadito che i soldi ci sono e da parte del governo c’è la disponibilità economica per rimborsare tutti gli aventi diritto, per gli acquisti fatti a partire dal 4 maggio fino al 31 dicembre 2020.

Lettera aperta al Sindaco sulla Mobilità per la ripresa scolastica

A 20 giorni dalla riapertura delle scuole FIAB MODENA sollecita  il Sindaco Muzzarelli per ricevere un aggiornamento sulla predisposizione della rete di mobilità ciclistica d’emergenza, votata in consiglio comunale in luglio 2020, e più volte proposta dall’Associazione dei ciclisti all’amministrazione come una delle soluzioni utili a risolvere l’accesso alle scuole di studenti ed insegnanti alla ripresa scolastica di settembre.

La realizzazione di una rete ciclabile d’emergenza (RME), che utilizza le “corsie ciclabili” per potenziare i collegamenti della rete di “piste ciclabili” esistenti favorirebbe gli accessi in sicurezza alle scuole, e dovrebbe essere abbinata a un contestuale abbassamento della velocità di transito delle auto a 30Km/h su quelle stesse strade.

La “pista ciclabile” in genere occupa uno spazio proprio, ricavato anche su un tratto di marciapiede, è ben separata dalla strada; la “corsia ciclabile” è invece una striscia di carreggiata, posta sul lato destro e divisa dalla strada da una striscia discontinua bianca ed è realizzabile in tempi molto più brevi e costi estremamente più contenuti.

FIAB MODENA ha proposto già da Aprile 2020 a tutte le amministrazioni della provincia di dotarsi di corsie ciclabili per potenziare i collegamenti con le frazioni ed i comuni vicini (ad esempio la ciclabile d’emergenza fra Modena e Nonantola che avrebbe potuto essere utilizzata come alternativa all’auto o al trasporto pubblico da almeno 600 studenti che tutti i giorni si spostano per raggiungere gli istituti scolastici a Modena) e favorire gli accessi alle scuole con la bicicletta anziché con l’auto privata, per contrastare l’aumento esponenziale degli spostamenti in auto registrato con l’emergenza sanitaria e contribuire a risolvere il problema della carenza di autobus.

 

20 per cento

20%: questa è la percentuale obiettivo di mobilità ciclistica del PUMS Modenese per il 2030. Si parte, secondo il Comune, dal 12% attuale. Ce la faremo con un piano che, secondo noi, prevede “per le auto infrastrutture e denari certi, per la mobilità sostenibile solo ipotesi vaghe da verificare” ?Difficile, se gli investimenti devono essere trovati tutti gli anni tra le pieghe del bilancio.

Eppure i dati che arrivano dall’estero dovrebbero far pensare: l’ Irlanda destinerà il 10% del bilancio del Ministero dei Trasporti alla ciclabilità fino al 2035 per recuperare il gap con altri paesi come l’ Olanda, che mantenendo una media del 7% di investimenti in 40 anni è riuscita a portare la bici ad essere in molte città il mezzo di spostamento maggioritario.

Dati che inducono ad una facile conclusione: gli investimenti in mobilità ciclistica rendono di più di quello che costano (cioè il 20% dei nostri tragitti può essere generato da percentuali di investimenti molto inferiori), mentre la mobilità automobilistica drena risorse pubbliche in percentuale ben oltre il numero di persone che riesce a spostare.

In un mondo razionale al quel 20% di cittadini che vorremmo vedere spostarsi in bicicletta, andrebbe destinata una percentuale certa ed adeguata di risorse economiche, priorità ed attenzioni progettuali. Non solo perché non inquina, non ingombra, non fa rumore e non imbruttisce le città, ma perché contribuisce a limitare l’enorme voragine di soldi pubblici necessari a mantenere e sviluppare una mobilità incentrata sull’automobile privata.

La persona che pedala

Gli olandesi non saranno simpatici, ma sono un popolo pragmatico che attrae gli utili delle case automobilistiche e lascia a noi i debiti per comprare le auto che poi intaseranno le nostre città.  Per loro invece scelgono modelli di mobilità sostenibile ed attiva, ottenendo cittadini meno indebitati e più sani, vivibilità e commercio locale sempre vivo. Chiamateli stupidi.

Questo processo di demotorizzazione iniziato negli anni 70, è stato supportato anche da strategie comunicative come quella di avere due termini per distinguere i “fietser” (letteralmente “la persona in bicicletta” – cioè il cittadino che sceglie di muoversi quotidianamente in bicicletta per utilità), dal ciclista sportivo (“wielrenner”).

In Italia invece quando di parla di fare investimenti per i “ciclisti”, vengono subito in mente i grupponi a 40 all’ora della domenica che si infilano tutine aderenti in lycra ed inforcano costose bici in carbonio, ed allora via con la trafila dei soldi buttati per chi occupa spazio stradale a chi deve lavorare.

Bisognerebbe iniziare da qui, spiegando che ogni soldo speso, ogni metro di strada dedicato alla ciclabilità, è una risorsa dedicata allo studente, al pensionato da Piazza Grande, la badante con le sporte, il notaio del centro o l’operaio della Maserati. Cioè potenzialmente ognuno di noi.

Allora apparirà più sensato spendere maggiori quote delle nostre tasse a risolvere i problemi dei “fietser”, piuttosto di chi pretende di spostare 20 quintali ed occupare 20mq per fare spesso meno di 2 km.

Via le ciclabili dai marciapiedi. La strada è di tutti

Volevamo scrivere un articolo sulle nuove “bike lane” che tutta Italia sta adottando, ma quando abbiamo letto un post di Andrea Colombo, ex assessore bolognese alla mobilità e papà del Biciplan, abbiamo deciso che era tutto li, scritto come meglio non si può.

“E’ revocata la pista ciclabile a doppio senso di marcia su marciapiede istituita con ordinanza n. 168384/2005. E’ istituita, per ciascun lato, una corsia ciclabile ubicata sul margine destro della carreggiata: che emozione leggere in un atto ufficiale del Comune di Bologna quella che è probabilmente la prima eliminazione di ciclabile su marciapiede anni ’90-2000 e sostituzione con corsie ciclabili sulla strada!”

“A Bologna si apre finalmente una nuova era della ciclabilità urbana, in cui la strada, in quanto luogo pubblico, diventa davvero di tutti e non più solo dei veicoli a motore, lo spazio per le biciclette viene ricavato con il coraggio di toglierne un po’ a chi ne ha di più, cioè alle auto, e non a chi già ne ha poco, cioè i pedoni, e si mette fine all’ingiusto conflitto tra utenti a piedi e su due ruote, che non era colpa loro ma delle vecchie soluzioni progettuali”.

“Ci sono voluti anni per arrivare a una maturazione della cultura politica e tecnica sulla mobilità, ma ora comincia a realizzarsi il nuovo disegno del Biciplan, per una redistribuzione più democratica ed efficiente dello spazio pubblico, dalle macchine alle persone”.

Anche a Modena giovedì scorso la giunta ha finalmente fatto il primo passo approvando il “Piano mobilità di emergenza 2020”. Il comunicato ufficiale inizia così: “per riconnettere rapidamente pezzi di città, i nuovi percorsi CICLOPEDONALI saranno ricavati in gran parte sulle carreggiate stradali”. Speriamo che sia un refuso perché le corsie dedicate alle bici in carreggiata servono proprio, come ha spiegato Andrea Colombo, per separare il traffico ciclabile da quello pedonale e non per riproporre spazi conflittuali tra utenze deboli, figli di quella cultura e tecnica della mobilità ormai obsoleta. A settembre vedremo i risultati.