In città si torna a parlare del Cavalcavia Mazzoni. Sino a ieri, 8 marzo, è stato possibile da parte dei professionisti invitati, presentare le proprie offerte per diversi studi di fattibilità previsti dal PUMS (Piano urbano per la mobilità sostenibile), tra cui quello del cavalcavia Mazzoni. L’obbiettivo è quello della realizzazione di un sottopasso o sovrappasso ciclabile vicino al cavalcavia, per rispondere agli abitanti della zona nord, che da sempre chiedono un collegamento ciclabile sicuro alla città. L’intervento di notevole complessità perchè il cavalcavia storico impedisce l’ancoraggio di una ciclabile a sbalzo e la fascia di rispetto della linea elettrica della ferrovia aumenta sensibilmente il dislivello da superare, mentre la rete dei canali rende complesso e molto costoso realizzare un sottopasso, tanto che l’assessora Filippi ne prevede una realizzazione a 10 anni. Quindi per altri 10 anni è normale che centinaia di cittadini al giorno continuino a rischiare sul cavalcavia?
La FIAB, che da oltre 10 anni compie il rilevamento semestrale dei ciclisti, può testimoniare che la stragrande maggioranza delle auto che scendono dal cavalcavia in Piazza Natale Bruni, non vanno verso il centro, ma svoltano verso viale Crispi o verso Viale Caduti in Guerra; si tratta cioè di automobilisti che usano questo cavalcavia al posto di quelli di Via Cialdini e di Ciro Menotti, impedendo ai ciclisti ed ai pedoni un collegamento breve con la città e rallentando inutilmente il transito dei mezzi pubblici diretti alle stazioni dei treni e delle autocorriere.
Per tutti questi motivi, in coerenza con le direttive del PUMS e del buon senso, riteniamo che sia giunto il momento di abbandonare soluzioni difficili e costose e di riservare questo cavalcavia ai mezzi pubblici, ai pedoni ed ai ciclisti. Non è solo una soluzione più ragionevole e fattibile, ma alleggerisce sensibilmente la pressione e l’inquinamento di zone centrali densamente abitate, dando una risposta efficace alle richieste dei cittadini.