Attraverso la ferrovia

Una decina di giorni fa un automobilista ha investito e ucciso un uomo che pedalava sul cavalcavia Cialdini; se l’è cavata invece il ciclista investito a maggio sul cavalcavia Mazzoni. Perchè ci si ostina a pedalare su questi cavalcavia se sono tanto pericolosi?

La linea della ferrovia divide Modena in due: per oltrepassarla, ci sono il sottopasso del cimitero di San Cataldo, il cavalcavia Cialdini, il cavalcavia Mazzoni e il cavalcavia di viale Ciro Menotti, ma solo il primo e l’ultimo danno a chi pedala la possibilità di attraversarli in sicurezza con percorsi protetti: quindi per quasi 3 km non esistono connessioni ciclabili adeguate e sicure attraverso la ferrovia tra Modena Nord e Modena Sud.

Le soluzioni ci sarebbero. Il cavalcavia Cialdini ospita ben 4 ampie corsie, quasi un’autostrada, e così invita gli automobilisti a velocità “autostradali” e manovre azzardate di attraversamento delle corsie per risparmiare qualche minuto. Il posto per una ciclabile ci sarebbe, di gran lunga preferibile al sottopasso esistente che per le bici è inadeguato.

Per il cavalcavia Mazzoni, creare un sottopasso sarebbe complesso per via della rete di canali, e l’ancoraggio di una ciclabile a sbalzo non è possibile data la struttura storica. Però la stragrande maggioranza delle auto che scendono in piazza Natale Bruni vanno verso viale Crispi o viale Caduti in Guerra; in pratica viene usato al posto di quelli di Via Cialdini e di Ciro Menotti. Se fosse riservato a mezzi pubblici, pedoni e ciclisti, alleggerirebbe il traffico e l’inquinamento del centro densamente abitato: soluzione efficace ed economica che metterebbe al centro le persone.

 

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